Sostengo #Possibile, #Ciwati e il #Referendum

giuseppe-civati-possibilePerché sostengo Pippo (come scrivevo qui, cliccate), Possibile e il Referendum (come scrivevo qui, cliccate).

Questa politica ha deluso.

Tutti coloro che in questi anni terribili hanno sperato in un moto d’orgoglio della politica, in un rovesciamento delle priorità, delle scelte, dei linguaggi si sono trovati quell’amaro in bocca. Negli ultimi anni (tanti), ad esempio, viviamo una perenne campagna elettorale e una politica all’insegna del moderatismo ad ogni costo per non irritare Monti, già accreditato come alleato, Alfano o Verdini, Razzi e Azzollini. Poi la notte dei 101, il tradimento di Romano Prodi e l’ottuso ed inspiegabile veto su Stefano Rodotà. Poi l’insediamento del governo delle larghe intese (sempre più “sbracate”). Poi Renzi, il teologo dei gufi e dei rosiconi.

Ci sono responsabilità precise, ma sono responsabilità che vengono da lontano, con radici lunghe un ventennio, affondate nella contrapposizione tra Berlusconi ed un classe politica incapace di disegnare un’alternativa che infondesse fiducia e speranza. Oggi Berlusconi è “decaduto”, ma il centrosinistra è ancora in affanno per paura del cambiamento e per illeggibilità della proposta politica ( quel PD acchiappavoti siciliano come è stato descritto l’altro giorno a Presa Diretta – come scrivevo qui, cliccate – ).

Ecco, spero ancora che si torni a “contare”: a recuperare un senso, per noi cittadini, del nostro essere partecipativi, “contemplattivi” (oltre che contemplativi).

Conosco Pippo da anni ed è uno dei pochi che oggi parla di cambiamento radicale della classe dirigente e lo fa in modo credibile, senza supporter ingombranti. Perchè è l’unico che si è opposto sin dall’inizio al disegno delle larghe intese, non votando per due volte la fiducia al Governo e richiamando con vigore al rispetto del patto che il PD aveva sottoscritto con gli elettori.

Perchè da anni Civati (insieme ai tanti che lo sostengono, quelli del #civoti) progetta e costruisce una politica fatta di ponti, di sedi aperte, di dialogo continuo, di fiducia nella società civile, di contaminazione con le energie migliori delle nostre comunità. Perchè ha presentato un programma, un programma vero, non un insieme di enunciati vaghi e liberamente interpretabili; un programma che dice da che parte ci collochiamo, che paese vogliamo, che impegni ci prendiamo. Perchè Civati lo ha sempre affrontato il cambiamento: smontava i luoghi comuni della Lega Nord. Invitava all’attenzione ed al rispetto delle istanze del “Movimento 5 stelle” (con tutti i loro “limiti” programmatici), quando molti dirigenti liquidavano quelle richieste come banale populismo. Era in piazza a sostegno dei referendum per i beni comuni, quando nei caminetti democratici ancora si discuteva di un nucleare “buono”.

Ecco perché attraverso il Referendum possiamo recuperare il senso della Politica.

Decidete: la politica del “Lasciate fare a noi”, oppure quella che decide di cambiare le cose, cambiandole davvero?

Basta una firma. E dieci minuti di tempo. E con una sola firma si cambia lo schema: non più quello televisivo, non quello dei personaggi della politica, delle alleanze del diavolo con l’acqua santa, del rapporto unidirezionale dall’alto verso il basso. Si passa a uno schema diverso in cui i cittadini votano le cose, decidono sui diritti, recuperano le promesse tradite un po’ da tutti.

4 temi 8 sì http://referendum.possibile.com/ 

Il resto, l’ho sempre scritto qui: sulla mia pagina “In fondo a Sinistra” (cliccate qui)