Chef Rubio colpito dallo shadow ban

E alla fine è arrivata la censura per Chef Rubio su alcuni (o tutti) i post sulla Palestina.

A quanto pare schierarsi a favore del riconoscimento del popolo della Palestina, parlare di sionismo, del grande potere (non tanto) occulto, da fastidio.

In pochi lo fanno.

E sono scomodi.

Penso che opporsi al sionismo sia una posizione morale, non è né antisemita né razzista. Sono dell’idea che la creazione di Israele abbia una profonda ingiustizia alle sue radici.

E non affrontare le radici della storia, i percorsi, i volti e le sofferenze o avanzare qualsiasi critica a Israele o al sionismo non è un insulto al popolo ebraico. Ma l’obiettivo insidioso della campagna “anti-sionista” è di mettere a tacere i palestinesi e i loro sostenitori e soffocarli con l’accusa di razzismo. E questo nessuno dovrebbe accettarlo.

Sarebbe utile ricordare la storia, i bombardamenti terroristici ebrei dei mercati arabi nel 1938, i bombardamenti dell’hotel King David nel 1946, i massacri di Deir Yassin, Illut, Kafr Manda, Saliha, Jish, Safsaf, Hula e altri luoghi nel 1948, la pulizia etnica di Lyd e Ramla nel 1948, le uccisioni di massa a Gaza nel 1957, il massacro di prigionieri egiziani nel 1956 e nel 1967, l’attentato a una scuola per bambini egiziana a Bahr el-Baqar nel 1970, l’abbattimento di un aereo civile libico nel 1973, i bombardamenti di Beirut nel 1981, la complicità nei massacri di Sabra e Shatila del 1982, le uccisioni a Qana nel 1996 e gli attacchi ripetuti a Gaza dal 2005.

Ma Israele, le sue forze armate e l’Haganah pre-statale e le bande terroristiche ebraiche hanno tutti commesso crimini atroci e coloro che cercano di negare o ignorare questo non hanno il diritto di essere offesi da gesti di sostegno alle vittime palestinesi delle continue aggressioni israeliane, o per opposizione alle basi ideologiche di Israele.

Il mio sostegno a Gabriele, ai tanti che supportano la causa palestinese continua.

Più forte di prima.

Non avendo il terrore o la paura di parlare di sionismo.

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