Doveva arrivare “questo momento”.
Dei due fucilieri, ormai, si può parlare abbastanza facilmente, inserendosi nella narrativa italiana delle angherie indiane inflitte a due servitori dello stato e quindi, per estensione, al paese intero.
Tutti con la smania di usare lo strumento di liberazione come elemento di crescita elettorale.
Se alla fine di queste righe vi siete immaginati a litigare con mezza tavolata del vostro pranzo o della vostra cena, potete fare una bella cosa: appena qualcuno minaccerà di introdurre il caso dei due fucilieri italiani come argomento di conversazione, esercitate il vostro diritto di opposizione e cambiate discorso.
Vi eviterete la pessima pantomima di volgarizzazione di un caso complesso e doloroso. Una vicenda dove ci sono due morti, Ajesh Binki e Valentine Jelastine, sistematicamente rimossi dal racconto in Italia, e due famiglie di due militari alla mercé di bieche strumentalizzazioni orchestrate da chi dice di volerli aiutare.
Ripeto: non prestatevi a questo giochino stucchevole. Lasciate perdere.
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