Quando la mappa della cozza pugliese diceva Bisceglie

Ricapitolando. Il Pd a Bisceglie, quello prima del tesseramento gonfiato, è all’opposizione. Ora il Pd con riciclati al governo.

In mezzo un comune un po’ trascurato con tanto di inchiesta della Corte dei conti per debiti fuori bilancio.

Qui, ad esempio, qualcuno aveva già sollevato l’allarme trasformismo.

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Chi parla di una mutazione genetica non sbaglia e non commette nessun errore quando parla di sconfitta dalla Politica.

Perchè ho capito che la politica non si riduce né al potere né all’immagine (cose che peraltro si tengono insieme), ma è anche ed essenzialmente cultura.

Che la reazione al populismo (che ispira molti, di questi tempi) non può non trasformare la politica, se vuole funzionare.

Che la trasformazione deve tenere conto delle altre trasformazioni, ovvero del mondo della condivisione, delle nuove tecnologie, della riorganizzazione delle strutture economiche e produttive.

Che la politica così com’è non serve a nulla, perché non rappresenta e non riesce a cambiare le condizioni di vita delle persone.

E allora mi chiedo. Vogliamo portare avanti un sistema di potere locale che si è incancrenito in un intreccio spaventoso di affari, relazioni, appalti?

Un segretario che sbertuccia e “asfalta” ogni giorno chi osa contro argomentargli nel merito proprio da sinistra, a suon di “rosiconi”, “professoroni”, “gufi” e altri epiteti da cabaret indegni di un confronto tra idee?

Un “partito della nazione” che tutto comprende e che tutto comprendendo punta all’azzeramento di ogni richiesta sociale, in nome di un vincismo darwinista travestito da meritocrazia?

La domanda che viene dopo: e allora, chi è di sinistra, cosa deve fare? Di certo non praticare inciuci. 

Poi dicono che sono io a esagerare. Almeno stavolta nessuno ha citato Enrico Berlinguer e il compromesso storico (cit).

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