Non me ne frega nulla se Ignazio #Marino sia stato invitato a Philadelphia dal Papa, dal vescovo, dal sindaco Nutter, dagli organizzatori, dal cugino di sua sorella o dalla cognata del cardinale.
È una polemica ridicola.
Importa molto che il sindaco della città di Roma, pagato dai contribuenti romani e da altri milioni di cittadini, se ne vada a zonzo per gli States con la fascia tricolore da metà agosto, tra immersioni e baci alle porpore, mentre a Roma imperversano i Casamonica, le metro si bloccano, i tassisti attaccano, la “monnezza strabocca”, i cantieri languono e lo scatafascio trionfa.
A Roma c’è un’emergenza perenne, e un sindaco dovrebbe rimboccarsi le maniche e non scappare su un aereo ogni volta che gli prende un convegno, un meeting o un attacco di fama.
Ecco, appunto. Qui non è Politica è soprattutto Roma.
Scrivo di questo anche su Gli Stati Generali, cliccate qui.
Qui la replica del Papa, in riferimento al fatidico “invito” dello stesso al Sindaco di Roma.
Marino sembra essere capitato nel ruolo di sindaco PER CASO. E’ un inetto, è l’inetto del nuovo millennio ed è capitato proprio a Roma.
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Non è che sembra. E’ li per caso e i fatti lo stanno dimostrando
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Tutto ciò è imbarazzante, lo Stato italiano è una marionetta e la mafia avrà sempre il campo libero.
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Diciamo che Marino è imbarazzante. Quando si renderà conto di aver perso tutta la sua credibilità, sarà troppo tardi.
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